Inadeguato l”attuale Statuto Speciale della Sardegna.

La legge costituzionale del 26 febbraio 1948 numero 3, della quale si sente l’esigenza di una profonda innovativa riforma, riconosceva alla Sardegna una speciale autonomia in attuazione del disposto di cui all’articolo 116 della Costituzione Italiana con cui si era previsto che fossero attribuute ad alcune Regioni della Repubblica Italiana forme e condizioni particolari di autonomia. Pertanto con la legge Statuto speciale per la Sardegna numero 3 del 1948 si è ottenuto un riconoscimento di una forma speciale di autonomia non solo per particolari condizioni geografiche ma anche per quelle economiche sociali e l’attribuzione per la prima volta alla regione di poteri di autonomia legislativa e amministrativa, con motivazioni pertanto paternalistiche ed assistenzialistiche che hanno completamente ignorato la storia distinta della Sardegna rispetto alla penisola italiana.

Lo Statuto speciale della Sardegna è quindi il frutto di un riconoscimento che promana dall’alto, da uno Stato centrale e centralista che via via nel tempo si è spogliato,  a sua discrezione e talvolta per mera convenienza, di diversi poteri sia legislativi sia amministrativi. Esso é pertanto espressione di una volontà statale e non regionale e forse anche meno che autonomista. Ne consegue che una semplice riforma dello Statuto vigente non può costituire la concreta e piena attuazione in termini politici dell”autonomia regionale anche soprattutto con riferimento a un nuovo spiccato assetto federativo.  Si manifesta dunque in tutta evidenza l’esigenza di concepire una nuova Carta Costituzionale della Sardegna in sostituzione dell’attuale Statuto Speciale, che dia concreta e piena espressione democratica alla volontà del Popolo Sardo e non sia solo graziosa alargizione del potere centrale dovendo tenere conto della Sardegna come nazione, della sua identità e della sua peculiarità culturale e geografica,  una Carta Costituzionale sarda che sia frutto di una fase partecipativa che elimini il grave peccato originale dell”attuale Statuto.

Queste riflessioni sono le mie, ma ricalcano quasi alla lettera quelle di molti sardi tra i quali devo annoverare il Comitato che oltre 15 anni fa ha elaborato una convincente proposta di Carta de Logu noa pro sa Natzione sarda in cui si parla finalmente di nazione sarda e federalismo.

È finito il tempo degli indugi; l’attuale crisi d”identità del pensiero contemporaneo, la crisi sociale, economica e di valori può essere risolta solo attraverso il ricorso esteso ad un nuovo schema di governo di tipo federale, unico meccanismo capace di rimettere in moto i territori restituendogli un ruolo da protagonisti. Di questo processo i sardi e la Sardegna possono divemtare esempio ed artefici.