21 Maggio 2022, l’UNESCO per una Sardegna Federale

La prima parte dell’anno 2022 ci consegna una società italiana (ma la quasi totalità dell’occidente non ha di che gioire) in piena crisi di identità.. In Italia ha sempre prevalso il modello accentratore dell’unica cabina di regia e la pandemia non ha fatto altro che acuire questa tendenza finendo per dettare l’agenda politica, la definizione di nuovi equilibri tra i poteri dello stato, una evidente compressione degli spazi di agibilità democratica. accentrando sempre piú nelle mani del governo centrale tutti i poteri decisionali con il risultato di portare a crisi irreversibile il fallimentare sistema politico bipolare che in quasi trent’anni di servizio ha dato cattiva prova di se stesso finendo per riabiliatare il tanto vituperato sistema proporzionale della prima repubblica.

La verità é scritta nei numeri impietosi della scarna partecipazione al voto ed alla ormai cronica assenza dei cittadini nella vita dei partiti politici, um fenomeno che ha fatto da specchio al progressivo accentramento dei poteri decisionali, che di fatto costituisce nel contempo un sistema insufficiente ad interpretare i bisogni dei singoli territori italici ed in particolare di quelli sardi ed un elemento di sempre maggiore distanziamento tra cittadini e sistema politico, con l’ulteriore aggravante di una crescente deresponsabilizzazione dei primi nei processi di formazione della volontà leguslativa ed esecutiva, ció che si traduce di fatto nella inefficienza sotto tutti i profili.

L’altra verità é che lo Stato Italiano, sin dai tempi dei Savoia e a dispetto delle dichiarazioni di circostanza, non ha mai messo al primo posto i principi di libertà con riferimento ai diritti civili ed economici, anteponendo sempre l’idea di un primato dello stato sull’individuo, laddove invece ci vorrebbe uno stato al servizio dei cittadini con questi ultimi veri protagonisti dei processi decisionali in un sistema decisamente decentrato riscontrabile in molto altri paesi come nel modello elvetico.

Un interprete rigoroso di una soluzione organica e duratura a questo stato di cose é sicuramente Giuseppe Melis, Professore Associato di Marketing del Turismo al Department of Economics and Business Research dell’Università di Cagliarche, che auspica la definizione di un nuovo accordo tra la Sardegna e la Repubblica Italiana col fine di riscrivere di sana pianta l’attuale superato e insufficiente Statuto della Regione Autonoma della Sardegna e fargli assumere quelle caratteristche federaliste che erano alla base della prima proposta di Statuto del 1946, affossata dai partiti italiani ednin particolar modo da Dc e PCI.

Per Giuseppe Melis non ci sono dubbi che il sistema organizzativo federale abbia il pregio di poter essere applicato con successo a tutti i livelli di governance (terrioriale, statale, europea, internazionale) e che si basi sull’irrinunciabile principio di responsabilità (l’altra faccia del potere decisionale) rappresentato in primis proprio dalla piena ed autonoma gestione da parte dei territori delle poste di bilancio (tassazione e spesa pubblica) come ben spiegato da un altro esponente storico del federalismo in Sardegna, quel Carlo Sanna, autore tra l’altro di una serie di preziosi ed innovativi approfondimenti in materia di federalismo economico con preciso riferimento alla questione sarda e con la collaborazione illuminata di studiosi e ricercatori, tra i quali sarebbe impossibile non citare Gianni Carboni.

Ho aderito convintamente a questa visione e da diversi mesi ho partecipato al progetto chiamato Sardegna Stato Federale che ha adottato un testo che sostituisca l’attuale inadeguato Statuto della Sardegna (adottato tra l’altro ben prima della storica appprvazione della Carta di Algeri). La nostra proposta ha un nome: Carta de Logu noa, prende atto dell’esistenza della nazione sarda, del bilinguismo, dell”autonomia scolastica e della nostra esigenza di autogoverno, anche e soprattutto sul piano economico e finanziario, (come ben argomentato da una storica relazione di Antonello Carboni ed Ermenegildo Lallai, oltre che dalla ultradecennale testimonianza sul campo di Pier Giorgio Pira) in una per creare un modello di sviluppo adatto alle nostre esigenze, diverse da quelle di Roma e Milano

Un progetto pretenzioso? No, un progetto sostanziale, concreto e di spessore, frutto del lavoro ultradecennale delle migliori energie sarde del quale ho avuto già modo di illustrare i tratti essenziali e di pubblicarne la bozza integrale, che ha già beneficiato di un plauso da parte di due grandi figli della Sardegna, pensatori e storici quasi omonimi, Francesco Cesare Casula, già Docente Universitario di Storia e di Francesco Casula, conosciuto anche per le sue imperdibili pubblicazioni sulla letteratura e sulla lingua sarda.

Riprendiamoci in mano l’anno 2022, dunque, con l’augurio che la Sardegna ed il mondo possano prendere decisi la strada maestra del federalismo, perchè, come dice Mario Carboni, non ci manca il tempo, ci manca la libertà e aprofittiamo della data del 21 Maggio 2022, che l’UNESCO ha proclamato essere la GIORNATA MONDIALE DELLA DIVERISTÀ CULTURALE, quella diversità tipica di ogni popolo, come quello sardo, e che dalle ore 10 sarà onorata presentando ai sardi ed alla Sardegna la coraggiosa ed innovativa proposta di legge de sa Carta de Logu noa che dia ai sardi ció che gli spetta di diritto: l’autodeterminazione, per la quale il modello federale appare come la chiave di volta.