Coronavirus e democrazia

A distanza di più di un mese dalle norme del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che ha costretto alla clausura l’Italia intera iniziano ad esserci elementi concreti sufficienti se non a fare valutazioni definitive perlomeno ad avanzare alcune ipotesi ed introdurre alcune riflessioni.

La prima riguarda la libertà di informazione e di pensiero. La situazione viene spesso definitiva di guerra e come in guerra, in modo ingiustificato, abbiamo acquisito anche una strisciante censura su comportamenti ed espressioni che a mio parere non trovano convincente giustificazione. Sembra proprio tornato in voga il detto “il nemico di ascolta” di mussoliniana memoria e la delazione, che io inizialmente approvavo come strumento sociale di controllo degli scriteriati arrivi dal “continente”, si è presto trasformata in una condotta riprovevole spinta dal lucro, dal servilismo e dall’invidia. In questo preoccupante clima di disumanità ed inciviltà ed in concomitanza di una compressione abnorme della libertà di movimento delle persone costituzionalmente tutelata, l’opinione pubblica e le forze dell’ordine non solo hanno spinto verso un’applicazione integrale, ma addirittura esorbitando verso interpretazioni al di fuori di ogni ragionevolezza. E’ chiaro che la condotta terroristica ha proprio funzionato e meriterebbe di passare in letteratura nel campo della sociologia per capirla a fondo, ma il coronavirus ha avuto anche il merito di palesare, se ce ne fosse stato bisogno, lo stato dell’arte della coscienza democratica dei cittadini e delle forze che li rappresentano.

La scriteriata limitazione della libertà dei cittadini, seppure giustificata dalla posta in gioco, cioè il bene primario della vita e della salute, non ha tenuto conto di alcuna differenza o peculiarità né sul piano oggettivo né su quello soggettivo ed è stata gestita in modo pressapochista e grossolano. Nell’elaborazione delle regole e delle strategie sono state parificate aree geografiche completamente diverse, giungendo alla paradossale conseguenza di vietare il solitario movimento di persone in luoghi assolutamente isolati (pensate alle cime del Gennargentu in cui, in base ala legge in vigore, un ipotetico residente eremita dovrebbe essere multato se sorpreso in luogo che non sia entro 200 metri dalla propria residenza, ai cercatori di funghi solitari o agli altrettanto solitari podisti, contro i quali si è assistito ad un accanimento fuori da ogni logica, giusto per fare qualche esempio).

La verità è che le misure di contenimento adottate dal Governo appaiono non solo incostituzionali ma anche inadeguate, irrazionali e a volte addirittura controproducenti ottenendo proprio l’opposto del risultato che si proponevano. L’andamento dei contagi non conferma, come si sbandiera ai quattro venti, ma semmai smentisce totalmente la giustezza della strategia adottata dagli esperti perché è vero che in questo momento la curva dei contagi si sta appiattendo, ma se le decisioni fossero state davvero efficaci dopo solo 15 giorni avremmo dovuto avere una diminuzione rilevante dei casi.

Le ultime scoperte dei medici riguardano l’inutilità dell’utilizzo dei respiratori e della terapia intensiva per una parte consistente dei pazienti, strumenti che sono parsi totalmente inadeguati rispetto alle vere cause dei decessi, riconducibili alla formazione di trombi. Ora si parla di eparina, ma anche su questo nascono i primi dubbi: sarebbe efficace per prevenire i trombi, non per eliminarli. Mi chiedo se la clausura, la carcerazione e la cancellazione di ogni libertà dei cittadini possa essere fatta al buio, senza conoscere davvero le cause e le modalità di trasmissione del virus.

Ancora, sorge il dubbio che la moltiplicazione della casistica possa essere stata il risultato dell’assembramento nelle strutture sanitarie e nelle case di riposo. In molti ipotizzano inoltre che il contagio riguardi ormai almeno 20 milioni di italiani. Sono stati fra 6.000 e 7.000 i decessi avvenuti nelle strutture di ricovero per anziani (Rsa) a partire dal primo febbraio. Sintomi sono stati individuati in oltre il 40% dei deceduti, anche se “è difficile distinguere fra influenza e Covid-19”, Lo indicano i primi dati dell’Osservatorio sulle Rsa promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e presentati oggi da Graziano Onder, del Centro cardiovascolare e dell’invecchiamento dell’Iss, nella conferenza stampa organizzata dall’Istituto.  Se a questi contagi sommiamo quelli derivanti dai ricoveri ospedalieri abbiamo un quadro assurdo di una popolazione chiusa in casa per un contagio che avviene prevalentemente nelle strutture pubbliche.

Non possiamo sottacere che le misure adottate stanno generando povertà, crisi sociale e psicologica, immunodepressione ed oltre ai danni economici no possiamo escludere che non stia causando morti in prospettiva di quelli che si volevano evitare, considerando che la clausura sta costringendo gli italiani a rinunciare ad un corretto stile di vita che costituisce la prima regola aurea dell’OMS per la prevenzione di tute le malattie. La riposta di chiusura non convince e pare assurdo che debba divenire la regola se e quando dovesse arrivare un altro virus (cosa probabile). La paura generata dai media per far accettare ai cittadini la linea politica adottata dal Governo, ha cominciato ad un certo punto ad auto-alimentarsi contagiando anche coloro, giornalisti e politici, che l’avevano generata. Ciò è successo per varie ragioni, non solo economiche ma anche psicologiche.

Il dubbio che mi attanaglia è che la differenza di risultato nella lotta la virus tra i diversi paesi del mondo sia stato dovuto solo n parte all’isolamento sociale, ma abbia giocato invece un ruolo fondamentale l’efficienza del sistema sanitario. Sorge cioè il dubbio che i casi di ogni paese sarebbero potuti essere simili anche in caso di distanziamento sociale attenuato (come in Germania ad esempio) anche in considerazione del fatto, ripeto, che mentre le persone più giovani ed in salute sono state letteralmente sequestrate a casa, pur incorrendo un rischio quasi nullo, le persone anziane sono state contagiate negli ospedali e nelle rsa. Sarebbe inoltre interessante capire quale percentuale di positivi, malati e decessi siano riconducibili direttamente alle strutture sanitarie, perchè se, come pare, sono state una percentuale molto elevate, si confermerebbe che la clausura degli italiani non avrebbe avuto molto senso. Un altro interrogativo riguarda il dubbio se non fosse stato molto più semplice prevedere il distanziamento sociale di determinate fasce d’età permettendo a tutte le persone meno anziane ed in buona salute di continuare, con le dovute cautele, una vita più normale. Non è dato nemmeno sapere se la chiusura degli asili nido, scuole di ogni ordine e grado e Università abbia avuto senso. La popolazione sino ai 30 anni ha meno probabilità di morire di coronavirus che di essere investita sulle strisce pedonali.

Che il distanziamento sociale sarebbe stato forse il vero strumento utile e ragionevole con ovvie e precise prescrizioni di legge inderogabili e con la previsione di pesanti sanzioni in caso di non osservanza rimane a mio parere la via che sarebbe stato meglio seguire.

Ho il giusto rispetto per tutti i morti da Covid-19 (io stesso ho perso l’ultimo zio in vita residente nelle cosiddette zone rosse), ma non ci si può non interrogare anche su alcuni aspetti psicologici e sociologici che non vogliono assolutamente minimizzare l’emergenza sanitaria. Se andiamo a vedere, nelle statistiche di due anni prima, quali siano i numeri ordinari di morti e le principali cause patologiche c’è di che riflettere. Ogni anno muoiono circa 650.000 persone ed al 30 Marzo 2020 erano morte addirittura meno persone rispetto all’anno 2019. Solo prendendo qualche numero statistico (anno 2017) molti forse non sanno che ogni anno in Italia muoiono 230.000 persone per malattie del sistema circolatorio, 180.000 per tumore, 53000 per malattie del sistema respiratorio, 30000 per malattie del sistema nervoso ed altri 30000 per malattie legate a fattori nutrizionali come il diabete e molte migliaia (sicuramente oltre 5000 all’anno) a causa di infezioni contratte nelle strutture ospedaliere. Di fronte a questi numeri è giusto porsi qualche interrogativo, perché se è giustificato l’allarme per il coronavirus, non si capisce perché la gente continui a condurre uno stile di vita sbagliata che porta a morire almeno 300000 di italiani all’anno. Mi chiedo a questo punto se fosse accettabile l’emanazione di una legge che imponesse una dieta salutare, la pratica sistematica dello sport e il divieto assoluto di fumo e alcool, considerando che certamente una previsione di legge di questo tipo sarebbe risultata comunque di portata molto più tenue rispetto all’atroce limitazione della libertà personale che di fatto, oltre che violare i diritti della persona umana e causare enormi danni economici, ha messo in soffitta ogni parvenza di democrazia nel nostro paese, per tacere della insensibilità di parte della Pubblica Amministrazione nel continuare a vessare aziende e cittadini continuando a perpetuare, in una situazione di totale emergenza, la stessa identica burocrazia senza senso, quando addirittura, in aggiunta alla crisi economica senza precedenti, non ha deciso di chiudere battenti sospendendo e rinviando ogni procedimento in corso.

Chiudo affermando che da buon cittadino continuerò a dare i buon esempio osservando scrupolosamente le indicazioni del OMS, del ISS e di tutte le autorità preposte a decidere delle nostre vite, ma rivendico il diritto di esprimere il mio pensiero ed il mio dissenso verso una serie infinita di soprusi a causa di leggi che hanno pesantemente inciso sulla vita affettiva, sociale, economica e democratica del paese, per non parlare del diritto alla salute, letteralmente sospeso dal divieto di condurre una vita sana e poter accedere alla sanità se non portatori di coronavirus. Così, mentre il paese è interamente mobilitato a combattere un nemico invisibile, a tutti gli italiani vengono negate le cure più elementari ed a tutti viene imposto uno stile di vita che aumenta in prospettiva la mortalità per le patologie dell’apparato cardiocircolatorio e quelle tipicamente legate alla vita sedentaria ed agli alti livelli di colesterolo e zuccheri nel sangue.

Una preghiera, fateci uscire, per la nostra salute, per salvare la democrazia.