Carlo Felice, il tiranno sabaudo nemico della Sardegna

Nelle ultime settimane è emersa una proposta già in campo da diverso tempo, ma che una pubblicazione del Prof. Francesco Casula ha portato alla ribalta, innescando un dibattito che per la passione che sta generando pare poter contribuire concretamente alla rinascita dell coscienza identitaria dei sardi: spostare la statua di Carlo Felice, ora posizionata in prossimità di Piazza Yenne a Cagliari.

In un primo momento ero rimasto piuttosto freddo dinanzi a questa proposta, ma poi, di fronte alla difesa pubblica dello status quo da parte di influenti personaggi pubblici, ho capito che lo spostamento della statua ed il pubblico e negativo giudizio storico su ciò che Carlo Felice ha rappresentato a danno dei sardi e della Sardegna, sono un fatto non solo formale, ma sostanziale e ne sono diventato convinto sostenitore.

Prof. Francesco Casula, storico, riporta alcuni giudici storici su Carlo Felice:

Più ottuso e reazionario d’ogni altro principe, oltre che dappocco, gaudente parassita, gretto come la sua amministrazione” (Raimondo Carta-Raspi).

“Il governo poliziesco, sostenuto efficacemente da quelle anime nere dei feudatari, a formare un sistema di potere dispotico e predatore in danno della popolazione locale, la cui autorità si manifestava delle forche erette per impiccare i trasgressori delle sue leggi, lì imposte con la forza. E quegli ingenui abitanti di quello sfortunato luogo innalzarono invece per lui non una forca ma una statua, in una bella città capoluogo”. ([Giuseppi Dei Nur)

“Non si tosto il governo passò in mani del duca del Genovese (leggi Carlo felice) la reazione levò più che per lo innanzi la testa; cosicché i mesi che seguirono furono tempi di diffidenza, di allarme, di terrore pubblico” (Pietro Martini)

“Ai feudatari, da viceré, diede carta bianca per dissanguare i vassalli. Mentre a personaggi come Giuseppe Valentino affidò il governo: questi svolse il suo compito ricorrendo al terrore, innalzando forche soprattutto contro i seguaci di Giovanni Maria Angioy, tanto da meritarsi, da parte di Giovanni Siotto-Pintor, l’epiteto di carnefice e giudice dei suoi concittadini” (Raimondo Carta-Raspi)

“Rivalutandone il governo si è perfino voluto attribuire a Carlo Felice il merito di aver restaurato l’autorità regia, che avrebbe barcollato durante i regni del padre e del fratello maggiore. Appare invece tutto il contrario, se già non si vuole scambiare terrore con prestigio, autorità con forche” (Raimondo Carta -Raspi).

Di seguito riporto invece ciò che riporta il gruppo pubblico Facebook “spostiamo la statua di Carlo Felice”

Carlo Felice (detto Carlo Feroce), fu un ottuso e famelico principe vice re e poi re di Sardegna. Egli è stato ad oggi il più crudele persecutore dei Sardi, che letteralmente odiava e contro cui si scagliò con tribunali speciali, procedure sommarie e misure di polizia, naturalmente con il pretesto di assicurare all’Isola “l’ordine pubblico” e il rispetto dell’Autorità.

Soprattutto fu persecutore dei rivoluzionari, dei democratici e dei giacobini.


Ecco alcuni esempi della repressione violenta da parte di Carlo Feroce:
-“Una congiura ordita nel 1799 da un certo avvocato Serra di Sinnai e da un tale Pasquale Bartolo finì con due condanne a morte” .
-“Pene gravi furono inflitte al frate Gerolamo Podda che aveva creato nel suo convento un gruppo di giacobini filofrancesi”
-“L’ergastolo fu comminato a Vincenzo Sulis, accusato di alto tradimento e rinchiuso nella Torre dello Sperone ad Alghero” nel 1796.
-“16 condanne alla forca furono pronunciate nel 1800 quando a Thiesi scoppiò una rivolta provocata dall’oppressione del feudatario Antonio Manca duca dell’Asinara”.
-“Rapida e violenta fu la repressione nei confronti del notaio cagliaritano Francesco Cilocco e del prete terralbese Francesco Sanna Corda quando nel 1802 tentarono, dalla Gallura, con una insurrezione di proclamare la repubblica sarda dipendente dalla Francia. Il Cilocco fu preso, linciato e frustate e appiccato. Il Sanna cadde nello scontro a fuoco coi soldati regi”
-“Nel luglio 1802 fu giustiziato Domenico Pala, condannato in contumacia, l’anno precedente”. (Vedi F. C. Casula in Il Dizionario storico sardo, Carlo delfino editore,Sassari, 2003 pagina 330).

E poi le condanne contro i rivoltosi di Palabanda.

Condannati all’impiccagione: Salvatore Cadeddu, Raimondo Sorgia, Giovanni Putzolo;
Condannati a morte per contumacia Gaetano Cadeddu, Giuseppe Zedda, Francesco Garau, Ignazio Fanni.

Condannati all’ergastolo: Giovanni Cadeddu, Antonio Massa.

Al remo a vita: Giacomo Floris, Pasquale Fanni.
Banditi dall’isola o esiliati all’interno gli altri imputati.

Ringrazio il prof. Francesco Casula dal quale ho attinto per le informazioni riportate qui sopra.

Fonte: gruppo pubblico Facebook “spostiamo la statua di Carlo Felice”.

Il gruppo nasce per restituire dignità ad una delle principali piazze di Cagliari. La dignità consiste:
a) chiedere alla municipalità di Cagliari di spostare la statua di questo persecutore in un museo;
b) di corredare la statua (ovunque venga messa) di una descrizione puntuale (come quella qui sotto) delle efferatezze compiute da questo signore;
c) nel caso in cui la municipalità non desse seguito a questa richiesta (per la quale a breve inizierà una raccolta di firme), chiedere che in ogni caso sotto di essa venga apposta apposita targa descrittiva con le indicazioni illustrate qui sotto, in più lingue (almeno in sardo, italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco).