Whelade Beda Mura, l’artista afro sarda che canta la Sardegna

Vhelade, figlia d’Arte nata a Milano da padre zairese e madre sarda di Samugheo, é una perla della musica contemporanea che si forma ed emerge grazie a peculiari contaminazioni culturali. Da sempre sostengo che la cultura di un popolo si afferma e progredisce grazie al confronto con altre culture, altrimenti il rischio é sempre quello di chiudersi in nome di una purezza che di fatto finisce per diventarne la tomba o, nella migliore delle ipotesi, il sito museale. Per fare un esempio, nessuno potrebbe mai mettere in dubbio che Pino Daniele sia stato un esponente della musica napoletana per antonomasia, eppure ci ha mischiato blues, rock e bossanova. Se la musica napoletana fosse rimasta semplicemente ancorata ai fasti del passato in nome di una presunta purezza non avrebbe continuato a regalare quelle nuove emozioni e sarebbe uscita dai circuiti di musica contemporanea.

La musica sarda dunque, al pari di qualsiasi altra espressiome culturale del mondo, ha bisogno di vivere il presente, rivolta al futuro nella consapevolezza del passato, tre diverse dimensioni temporali che Whelade dimostra di intepretare e padroneggiare in modo originale.

Whelade, dicevamo, sin da piccola ha un’innata passione per il canto e la danza e studia solfeggio, pianoforte e danza classica e nel 1995 intraprende la carriera di modella, ma presto torna a farsi sentire il richiamo per la musica e per il canto.


Nel 2000 riscopre la sua anima soul e inizia la sua carriera canora all’interno di un gruppo gospel americano itinerante. L’incrocio tra la migliore tradizione black e le influenze mediterranee le vale una voce robusta e prorompente, che si richiama, in maniera esplicita, al sound di Stevie Wonder e Miles Davis, ma anche ai ritmi pop di Michael Jackson.
Nel 2004 comincia la sua avventura televisiva con Piero Chiambretti come prima cantante.
Nel 2014, sempre al fianco di Chiambretti, conquista autonomia artistica, reinterpretando i brani di Sade nel progetto “Vhelade Electro Sade” e mettendosi alla prova con i classici della musica internazionale con “Vhelade Super Cover”, nell’anno 2015.  


Parallelamente forma la sua prima blues band, collabora con diversi musicisti del panorama musicale underground italiano ed europeo e dà vita ad alcuni progetti sperimentali che spaziano dal soul funk, radici del groove e funk psichedelico fino al jazz swing.


Nel 2015 inizia a lavorare al suo primo album insieme a Fabio Merigo, dove mette a nudo se stessa attraverso un racconto fatto di emozioni e vissuto personale, alla costante ricerca di sonorità contaminate e risonanze inedite.


“Insieme”, il primo singolo di Vhelade, riflette sugli effetti distruttivi e annichilenti della società sull’animo umano, che riesce a risvegliarsi dal torpore attraverso l’amore per se stessi e per il tutto. 
Sempre nel 2015, si cala nei panni di attrice recitando in due film molto diversi tra loro, “Devil Comes To Koko”, film d’autore indipendente africano e “Italiano Medio” film comico di Maccio Capatonda.


Nello stesso anno interpreta e produce “Sei Bellissima” di Loredana Bertè per lo spot “Imetec Bellissima” in rotazione sulle televisioni di mezza Europa e Sud America.
Durante un tour in Ethiopia, produce e dirige insieme a Fabio Merigo il videoclip del suo secondo singolo “Oro Nero”, uscito nel maggio 2016, anno fortunato e ricco di concerti, che la portano ad esibirsi dal Nord Europa al Medio Oriente.


Si intitola “Afrosarda” il nuovo singolo tratto dall’omonimo debut album di Vhelade, in uscita il 21 Marzo 2017 in tutti i digital store.
Un brano che fin dalle prime note urla prepotentemente l’intenzione della cantante di rendere omaggio alle sue origini, Sardegna e Zaire, le due anime del proprio essere alle quali è legata in modo viscerale.

Invito i lettori a cliccare qui per ascoltare questo capolavoro. Ma vale davvero la piena ascoltare tuttto il suo prepotente repertorio, compresa la sua magistrale interpretazione dello storico pezzo musicale del 1972 di Timmy Thomas “Why we cant live together”, portato poi al doppio successo dalla cantante Sade.

A mio parere i sardi non dovrebbero rinunciare ad avere tra i propri CD e tracce MP3 le vigorose e accattivanti intepretazioni di Whelade, un faro sicuro per chi ama la buona musica, il buon canto, l’arte del canto che sia capacce di stupire e di sorprendere, l’incontro stimolante di culture diverse capace di dare vita e senso al passato, al presente, al futuro, con il medesimo approccio che dovrebbe caratterizzare una costruzione intergenerazionale di una nuova, consapevole e moderna Sardegna totalmente distinta, ma mai distante.