Prof. Corrias:  corrispondenze sorprendenti tra la scrittura nuragica e la scrittura protoebraica

Il presente articolo é una trasposizione scritta dell’intervento del Prof. Gian Matteo Corrias nel canale di Mauro Biglino dal titolo Yahweh nel Mediterraneo.

A proposito di codice scrittorio biblico ho pensato di proporre all’attenzione di chi ci ascolta un reperto rinvenuto nell’ agro del paese di Orani; chiamiamolo pure coccio di Orani. 

Quello che possiamo vedere inciso su questo documento nell’immagine possiamo vedere da un lato e la fotografia del documento dall’altro la trascrizione del documento lavoriamo direttamente sulla trascrizione può essere più semplice noi troviamo quattro grafemi questo è l’orientamento della scrittura troviamo una “e” realizzata in questa particolare forma antropomorfa che poi sarebbe diventata la Tanit fenicia; la lettera “e”, questa particolare forma del grafema in via esclusiva del codice alfabetico proto sinaitico. Si tratta di una figurina la cui aratteristica fondamentale é il fatto di avere le braccia alzate e infatti gli storici dell’epigrafia interpretano questo grafema come originato dalla parola dal vocabolo “o” che sarebbe un interiezione un grido di supplica di dolore; queste mani alzate rappresenterebbero appunto questo particolare atteggiamento di chi supplica qualcuno mentre si trova immerso in una condizione di sofferenza. La lettera “e”, come vediamo, si trova incisa due volte sul documento. La seconda “e” appare però complicata, diciamo così, dalla presenza dell’aglutinamento “yod”,  realizzata nella particolare forma a forcella orientato di 90° verso destra, che questo grafema nell’ alfabeto protocananaico del bastone in cui il pomello in questo caso è piuttosto grande rispetto all’asta che invece appare di dimensioni piuttosto ridotte.  Allora cosa ci dice questo documento? Ci dice “e yod e wa” Qui troviamo scritto guarda caso proprio nella forma particolare del trigramma il nome sacro di Yahu, cioè la forma abbreviata di jahvè nelle tre lettere di e, yod e wa. Il primo “e” é interpretabile come un determinativo. Quindi lui, egli, proprio lui. Quindi cosa c’è scritto in questo documento? Qui c’è scritto proprio lui, Yahu Allora ovviamente la cosa che qui ci interessa e notare che in questo documento si trova inciso il nome Jahu. Se adesso questo documento noi lo confrontiamo con l’iscrizione della lamina plumbea del Monte Ebal, scopriamo sorprendentemente il nome Yhaveh che si trova in quella lamina intanto non è Yhaveh, ma Yahu, è come abbiamo detto più volte il trigramma e questa è già una prima corrispondenza significativa, il nome ha 3 lettere e non il nome ha 4 lettere. Osserviamo ancora che la scrittura è ugualmente orientata da sinistra verso destra, ancora che la particolare forma delle lettere impiegate qui è esattamente la stessa che troviamo nel coccio di Orani dove, occorre evidenziare l, troviamo un mix grafico di due codici alfabetici diversi e sono in proto-sinaitico, al quale afferisce a quale appartiene la lettera è” in questa particolare forma antropomorfa e il codice proto- cananeo, al quale invece appartengono la lettera yod e la lettera wa queste due lettere afferiscono quindi al codice proto-cananeo. Il professor Sanna ha richiamato più volte questo punto: gli scrbii nuragici utilizzavano diversi codici grafici in maniera combinata. La cosa che ci sorprende è che questa stessa combinazione di due codici alfabetici diversi noi la proviamo in un in un documento che si trova sull’altra sponda del Mediterraneo. La orima lettera del trigramma la particolare forma a Forcella com’è possibile vedere appartiene dunque al codice proto cananeo con tutta evidenza appartiene anche dall’altra parte che è il bastone che si trova sulla destra e in mezzo troviamo la lettera e realizzata esattamente nella forma che è riconducibile al codice proto- sinaitico. Allora io vorrei qui evidenziare un punto piuttosto delicato. L’idea della combinazione di codici alfabetici è stata ritenuta dalla epigrafia accademica uno dei punti deboli del discordo del prof. Sanna. Si é detto che non si capiva la ragione per cui gli scribi avrebbero dovuto utilizzare diversi codici alfabetici in maniera combinata; sarebbe statonun unicum di tutto il bacino del Mediterraneo. Si capisce che trovare questa stessa pratica sul monte ebal in Palestina è una è una attestazione di questa pratica che non può lasciarci indifferenti. Un’altra osservazione che è opportuno fare questa: è vero che gli esperti israeliani che hanno studiato e interpretato questo documento hanno parlato di un codice scritttorio che hanno definito proprio ebraico ho però l’impressione che qui si tratti, lo dico veramente con la massima delicatezza, che sia possibile si tratti di una scelta di tipo politico perché chiunque può consultare i repertori alfabetici chiunque può accedere alla letteratura epigrafica e addirittura vedere le riproduzioni dei documenti scritti nei due codici che abbiamo citato proto- sinaitico e proto-cananeo e verificare come la morfologia dei grafemi qui impiegati sia riconducibile, senza ombra di dubbio, a questi due codici alfabetici. Quindi riassumo tutto il discorso: tanto nella lamina plumbea del Monte Ebal quanto nel coccio di argilla di Orani, noi troviamo l’attestazione di uno stesso nome della stessa divinità nella stessa forma, ma addirittura dal punto di vista squisitamente epirafico di una caratteristica peculiare della scrittura nuragica, che è la combinazione di codici alfabetici diversi e direi che queste corrispondenze non possono e non devono lasciarci indifferenti