18 Aprile 1948: il Partito Sardo d’Azione scelse la NATO, di Mario Carboni

18 APRILE 1948
UNA DATA DA RICORDARE CON AVVISO AI NAVIGANTI.


Il PSdAz schierato contro il Fronte popolare contribuí alla sconfitta dei comunisti e socialisti di Togliatti e Nenni che puntavano per via elettorale di prendere il potere per trasformare la nascente Repubblica in una democrazia popolare satellite dell’Unione sovietica stalinista e antioccidentale.
Fu una scelta storica, chiara e limpida di schieramento nel campo liberale e occidentale che fu rafforzata in seguito col voto dei parlamentari sardisti a favore dell’Alleanza atlantica e della NATO.
Subí purtroppo il tradimento di Emilio Lussu che contro le decisioni del Partito sardo d’Azione durante la campagna elettorale fece propaganda per il Fronte socialcomunista debilitando il suo risultato elettorale.
In seguito Lussu tentó di impadronirsi del Partito per portarlo in dote ai socialisti dietro i quali operavano i comunisti che con i finanziamenti sovietici avevano messo in piedi una rete di professionisti della politica e avevano iniziato una durissima offensiva contro i sardisti per strappare loro le Camere del lavoro che dirigevano nella loro maggioranza.
Non furono rose e fiori e gli scontri furono violentissimi e in quel clima videro anche l’assassinio del dirigente sardista della Camera del lavoro di Mamoiada per mano comunista.
Lussu tentó nel Congresso sardista di Cagliari il golpe che aveva promesso come sicuro a Nenni ma si trovó davanti le argomentazioni adamantine di Titino Melis e avendo capito di essere in minoranza fuggí dal Congresso e successivamente dopo la effimera vita del Partito Sardo d’Azione Socialista confluí nel PSI.
Come si usava allora i verbali di quel Congresso testimoniano le idee in confronto e le ragioni politiche sardiste.
Oggi mettere a confronto le idee di Lussu e quelle di Titino Melis, ambedue giganti della politica, dimostrano quanto i sardisti vedessero lontano e avessero chiaro quanto l’deologia comunista fosse erronea e pericolosa per la libertá e Il benessere anche dei sardi e come l’Urss fosse uno stato dittatoriale, imperialista, oppressore di popoli il cui destino era comunque segnato.
Anche le tesi di Lussu sono interessanti per capire il suo grande errore politico, ideologico e di come avesse definitivamente abbandonato il sardismo che lo aveva fatto grande e a nome del quale aveva portato avanti battaglie importanti che ancora sono ricordate con riconoscenza e rispetto critico dai sardi e dai sardisti.
Conoscere quel periodo lontano, forse ancora poco studiato e a volte deformato da una storiografia di sinistra in funzione antisardista, ritengo sia indispensabile per vecchi e nuovi sardisti, soprattutto per i giovani che tumultuosamente stanno entrando nel partito a 102 anni dalla sua fondazione.
Oggi il PSdAz é in piedi e si rinnova col consenso dei sardi e governa con i suoi attuali alleati. I Partiti italiani del Fronte popolare del ‘48 non esistono piú e neppure la DC che meritoriamente stravinse quelle elezioni e che comunque assieme al PCI operarono per depotenziare la spinta sardista per un’Autonomia statuale sarda in una Repubblica federale. Soprattutto castrarono la proposta sardista di Statuto e di libertá fiscale e doganale .indispensabile ancora oggi. Che i comunisti abbiano perso il pelo ma non il vizio antisardista si capisce dalle manovre in atto per arruolare, come nella trascorsa legislatura una LEGIONE STRANIERA DI SEDICENTI SARDISTI da schierare con liste proprie in una alleanza larga sempre contro il PSdAz e le proprie legittime aspirazioni di riconfermare il Presidente Solinas alla guida della Regione.
In questa direzione va anche la chiamata ad una riunione di cosiddetti sardisti con o senza tessera chiamati a convegno prossimamente spacciando una presunta ortodossia e malumori per una riconquista di democrazia interna..
Ovvio che problemi e questioni da risolvere e affrontare sia sul piano organizzativo che politico esistano.
Ma queste vanno risolte all’interno del partito e senza sponde esterne che attivamente, anche nel cosiddetto campo indy sono attive nell’ arruolare mercenari antisardisti
Ai sardisti in buona fede vorrei ricordare che questo non è altro che il format sperimentato sai socialcomunisti nelle prime elezioni regionali sarde quando l’effimero partito socialsardista di Lussu si schierò contro il PSdAz e con le sinistre alllora staliniste combinando al vero sardismo un gravissimo danno e una ferita che forse non si è ancora rimarginata e che il PD si appresta a riaprire per le prossime elezioni regionali e comunali di Cagliari.
Oggi si puó dire che comunque l’Autonomia vigente fu un grandissimo passo in avanti e che si puó riprendere Il percorso interrotto d’autodecisione piu chiaro e piu forte in quanto alle tradizionali rivendicazioni di allora l’elaborazione sardista ha aggiunto la piú chiara e aggiuntiva coscienza natzionale con l’obiettivo del bilinguismo e dell’insegnamento curricolare e paritetico della lingua sarda, con le alloglotte con pari diritto,della nostra storia e cultura in tutte le scuole e nelle universitá.
Compito non facile come non é facile realizzare la Zona franca e tutte le libertá fiscali, economiche e di mobilitá interna e internatzionale che sole possono darci prosperitá, felicitá di un popolo finalmente libero dal colonialismo e che si autogoverna.

Mario Carboni