Shardana, guerrieri sardi in oriente (fonte P. Montalbano)

Pierluigi Montalbano, nella sua conferenza tenuta nel 2018 sul tema, è stato molto chiaro ed eloquente: un popolo capace di costruire il più grande edificio megalitico dell’antichità dopo le piramidi, (il Nuraghe Arrubiu di Orroli) non può essere immaginato come un popolo isolato ed incapace di muoversi. E difatti sta ormai emergendo con prepotenza un ruolo assolutamente attivo dell’antica civiltà sarda nella storia e nell’economia del mediterraneo. Con le navi sarde, le navi Shardana, viaggiavano materie prime, utensili e uomini. Le prove di questa dinamica realtà sono tutte nei documenti micenei ed egizi.

La famosa stele di Rosetta, trovata da Napoleone nel 1799, è un documento storico importante ed incredibile in quanto scritto in tre lingue, geroglifico, demotico e greco, Dunque un testo comparato e comparabile in diverse lingue tra le quali il greco antico, il più conosciuto, ha costituito il registro per la decifrazione delle altre due. E dalla Stela di Tanis appare una scritta inequivocabile riferita alla provenienza degli Shardana: lww hrywib nw w3d wr.

La nostra fortuna è che questa scritta è assolutamente decifrabile: lww : isole, ib: cuore, wr: mare Mediterraneo. w3d: profondo, hrgw: Sardegna, Corsica e Baleari, nw: Quindi la traduzione per il Montalbano è la seguente: (Gli Shardana) sono il popolo proveniente dalle isole del cuore del mare mediterraneo profondo.

Anche dall’oggettistica egizia possiamo attingere preziose notizie sui Shardana In un vaso datato 3200 a,c. della cultura Naqada sono rappresentate le navi, che quindi testimoniavano come da secoli e secoli gli antichi popoli navigassero attraverso il mediterraneo assicurando continui contatti con altre popolazioni. Ma è attorno al 1700 che un’altra mappa egizia testimonia ancora una volta che la navigazione per oro, argento, ossidiana, alabastro e lapislazzuli aveva carattere continuativo confermando i contatti con la Sardegna. Per Montalbano si rivela peraltro fondamentale la Stele di Ramon realizzata dal Re Moses in onore di Ramon (1480 a.c,), che recita: Io ho fatto si che tu conquistassi questi territori: Palestina, Amurru e Libano-Retenu, Siria e Mitanni, Creta e Cipro, Sardegna e Corsica, Marocco, Mare Mediteraeno, Sudan ed Etiopia, Nubia.

Un altro interessante documento è la pittura presente nella tomba di Kekhmire Governatore di Tebe che raffigura i prìncipi rappresentanti delle lontane isole del mediterraneo che portano doni al re. Con dovizia di particolari il Montalbano spiega come quella figura munita di spada tipicamente nuragica non possa che essere un sardo, avendo gli egei spade diverse. Ma anche nella tomba di Senebut si ripete il motivo, con le sfilate dei goveratori/principi portatori di tributi. Nel 1457 a.c. viene creata la Stele di GebelBAnkar dove è riportato ancora il predominio degli egizi su tutti i popoli del mediterraneo (io ho messo insieme i Nove Archi, le isole nel mezzo del Verde GRande, Haou Nebout e tutti i paesi stranieri ribelli). Ma qualche anno dopo il dominio assoluto dell’Egitto è messo in discussione della crescente influenza ittita, attuale Turchia, dotata di grandi eserciti che iniziano a disturbare i grandi traffici commerciali di terra e di mare. Inizia contemporaneamente anche l”epopea dei micenei. In questa mutata condizione l’Egitto decide di formare delle guarnigioni militari per il controllo dei confini e del mare formati da quelli che venivano definiti principi delle isole e poi da Ranset II Shardana.

Nel 1400 a.c. il Faraone Amenophi II si fa scolpire nel Tempio di Ra a Karnak nell’atto di trafiggere un lingotto ed imporre una guarnigione Shardana,per celebrare una grande vittoria a Ugarit. La guarnigione Sardana è assoldata quale valorosa guardia personale ed indicata ne testi hugaritici di allora con la dizione trtm-drdm. Da questo momento i principi delle isole sono identificati come Shardana e corrispondono con certezza ai sardi. Gli Shardana sono perfettamente integrati con gli egizi e proprietari di bestiame e vasti lotti fondiari e sono inferiori solo alla casta dei Mariannu, i carristi. I rapporti dei Shardana con gli Ittiti sono invece pessimi, anche per le loro incursioni contro le loro navi e loro territori (le coste siriane e Hugarit), tanto che gli stessi ittiti confischeranno verso il 1280 a,c, tutte le proprietà Shardana e le rivenderanno “a peso d’oro”.

In un’altra Stele emerge che a Biblo (porto commerciale di primo piano) il faraone Amenophi IV impone la presenza dei Shardana , che hanno compiti amministrativi come esattori di tributi e rappresentanti prefettizi del faraone, istruttori delle truppe ed insegnanti di tecniche di combattimento con la spada. E’ molto interessante la serie di lettere di protesta (come simpaticamente le chiama Montalbano) scritte dal Re Rib-Hadda al Faraone chiedendogli di intervenire nella disputa con il sovrano di Beirut dopo la confisca di due mercantili e l’uccisione di tre uomini Sardana, sottolineando che da ben tre generazioni non si erano avute uccisioni di Shardana (citazione che testimonia ulteriormente dell’esistenza degli Shardana a Biblo per almeno tre secoli(.

Durante il regno egiziano di Sathi I emergono ulteriori tesimonanze scritte sulla presenza degli Shardana nelle regione ed in particolare è in questi periodo che vengono emanate norme punitivw contro gli Shardana, chiamati anche Sardiies, Sardoian e Sartiian. Il Re di Mira in Arzawa nella Capitale Efeso si allea con gli ittiti e caccia gli Shardana, alleati degli egizi.

Nell’incredibile storia del medio oriente vi è stato un ritrovamento eccezionale, una nave egiziana affondata con tutto il proprio prezioso carico. Il suo ritrovamento ha gettato una luce sulla rotta seguita dalle navi commerciali egizie, tutte scortate dagli Shardana, oltre che uno spaccato delle merci di produzione del mondo allora conosciuto, altro elemento ben significativo del grande dinamismo esistente nel mare mediterraneo.

E’ poi nella stele II Tanis è Ramesse II a citare gli Sharadana come valorosi mercenari con i quali riesce a riportare una grande vittoria, forse risolutiva. Ramesse si fece amici gli Shardana e li arruolò. “La Sadegna dista 100 miglia dall’Africa e Ramesse II descrive posizione geografica insulare, saldezza d’animo e virtù guerriera: L’Egitto aveva bosogno di alleati sul mare per contrastare i micenei e gli ittiti e controlare le coste cananee. dal sud arruolò gli arcieri nubiani (Sudan). shardana e altri popoli procedevano lungo la costa afrcana per mare e per terra. Ramesse fa scolpire una stele: Gli Shardana sono potenti, hanno mente ferma, cuore risoluto (coraggiosi), si muovono su invincibili vascelli da guerra e rispettano i patti. ebbero in campi fertili campi, stanziamenti, diritto di matrimonio misto e successione ereditaria dei beni. Una sostanzialmente un riconoscimento di assoluta parità con gli egizi.

In sintesi il Montalbano riesce, attraverso una minuziosa analisi dei principali documenti storici, a rappresentare fedelmente la situazione politica e commerciale del mediterraneo dal 3200 a.c. al 1200 a.c., facendo emergere un insospettato dinamismo sociale ed economico all’interno del quale il ruolo degli Shardana non risulta affatto marginale, ma anzi centrale e che getta nuova luce sull’antica civiltà sarda, per niente isolata, per nulla fglia di una cultura minore, ma capace di contribuire a costruire motu propriu le vicende politiche del tempo, riflesso evidente della fine cultura di cui essi erano portatori.