Peso e corsa, il punto di vista di un Master

Gavino Guiso – Frazione di corsa su sabbia e sterrato all’evento Xterra Orosei di Triathlon

Una delle peggiori ed insensate afflizioni che colpiscono noi poveri master del mondo del podismo discende direttamente dall’inesorabile decadimento delle prestazioni dovuto all’inevitabile invecchiamento fisico, invecchiamento, non dimentichiamolo, che da un punto di vista prettamente sportivo inizia di fatto attorno ai trent’anni, con una qualche significativa differenza od eccezione in un gruppo più ristretto di atleti, tra i quali si può osservare un invecchiamento sportivo precoce o, al contrario, un invecchiamento più lento, lieve e ritardato dovuto a ereditarietà, stile di vita ed allenamento.

Ciò che peraltro troppi atleti dimenticano è che a vent’anni come a sessanta il peso corporeo recita un ruolo che non può essere semplicemente definito importante, ma più precisamente fondamentale e che, a parità di forma fisica, non esiste alcun allenamento capace di restituire con altrettanta facilità un aumento prestazionale quanto la perdita di peso, aumento delle prestazioni misurabile soggettivamente in alcuni secondi per ogni chilometro percorso e che segna un’ancora maggiore differenza al crescere della distanza percorsa.

Questo articolo vuole essere un monito verso tutti quei Master che ritengono ineluttabile, con il passare degli anni, non una progressiva flessione, ma addirittura un tracollo dei risultati sportivi, dando ogni colpa alla propria situazione anagrafica, che di fatto finisce per diventare l’alibi per giustificare uno scadimento delle prestazioni dovuto di invece ad una tendenza psicologica ad una scarsa disciplina nella quantità e qualità degli allenamenti ed un vero e proprio disordine alimentare.

La vera motivazione dello scadimento prestazionale ben oltre il dovuto è da ricercarsi principalmente da un progressivo allentamento degli aspetti motivazionali, quelli che gli anni prima spingevano l’atleta verso programmi di allenamento costruiti secondo una logica e verso un alimentazione più corretta. Lo Sport dev’essere attività ludica e salutare e niente vieta che un Master possa viverla in modo più leggero e meno impegnato con il passare del tempo, ma è giusto essere corretti verso se stessi ed evitare di mentire: se non si ha più la pazienza di allenarsi seriamente e mangiare correttamente non diamo tutta la colpa all’età che avanza, ma ammettiamo che dipende soprattutto da noi, dalla nostra volontà e dalla nostra diminuita voglia di metterci in discussione.

Chiudo prevedendo che molti di voi che stanno leggendo questo articolo si staranno chiedendo su quali basi avrei costruito i miei ragionamenti: Vi rispondo nel modo più logico e razionale che ci possa essere: sulla base della mia esperienza personale. Oggi ho corso come test per cinque volte i 300 metri su pista con recupero di due minuti, con l’intento di testare la mia velocità di base. Ebbene, dati alla mano e confrontando i tempi degli ultimi 10 anni di attività sportiva, ho potuto constatare una diretta relazione tra il peso e la prestazione assoluta, considerando che ho corso i 300 metri su pista alla media di 3’05/km, come 7 anni fa, dopo aver perso ben 5,5 chilogrammi ed essere tornato, guarda caso, proprio al peso di 7 anni fa, cioè appena sotto i 62 chilogrammi. Come sono arrivato a perdere 5,5 chilogrammi in circa 3 mesi? Vi posso dire che ho adottato diverse interessanti strategie, ma questo discorso sarà oggetto di un prossimo articolo.