Scozia, un esemplare e pacifico processo verso la piena autodeterminazione, di Mario Carboni

SCOTZIA VINCE E LA SARDEGNA CHE OBBIETTIVO STRATEGICO HA DOPO CENTO ANNI DI SARDISMO?
L’obbiettivo strategico sardista é dal 1981 l’indipendenza federalista. Questo nel quadro europeo che dal 1922 come sostenuto da Camillo Bellieni nel secondo congresso sardista é, attualizzando ad oggi verso domani, l’idea degli Stati Uniti d’Europa, cioè con uno Stato sardo federato nella UE e quindi ancora come oggi senza frontiere con l’Italia. Diciamo con un doppio federalismo dei quali quello europeo risponde per delega ai poteri sovrani di spada, moneta e dogana e giustizia . Quello con la Repubblica italiana andrà a allentarsi man mano che lo Statuto speciale recupererà poteri statuali, compresi il bilinguismo perfetto e la fiscalità autonoma con la zona franca attuata secondo il 75/98.
I poteri prefettizi residuali saranno in capo al Presidente dei sardi come in Valle d’Aosta. Sarà operativa una forza di polizia sarda in capo sempre al Presidente come in Catalogna e Euskadi. La Brigata Sassari sarà trasformata in Guardia natzionale come in molti stati USA. Ci sarà una giustizia sarda ed una federale europea con un sistema scolastico ed universitario sardo ed europeo. Tutto ciò attraverso un periodo di transizione di riforme in escalation di Autonomismo federalista. Cento anni fa i sardisti erano autonomisti e federalisti.
Molti dicevano allora come qualcuno sostiene oggi che sarebbe stato impossibile, che la monarchia sarebbe esistita per sempre e che non ci avrebbe mai concesso l’Autonomia.
Invece è accaduto dopo appena 27 anni .
Abbiamo l’Autonomia anche se insufficiente e siamo cittadini di una Repubblica e l’erede dei monarchi fa il guitto in televisione.
Dipende certo da fatti internazionali ma in gran parte da noi che nei momenti opportuni di transizione dobbiamo avre proposte e programmi realizzabili in tal senso..
Il risultato dipende dalla nostra fede nell’Idea, dalle nostre ragioni e dal disporre di una classe dirigente organizzata in soggetto politico natzionalista che ragioni indipendentemente senza succursalismi che operi nel presente ma con prospettiva futura..
Se non riusciremo noi riusciranno i nostri figli, ai quali dobbiamo trasmettere l’Idea e il giusto spirito sardista d’indipendenza che è millenario.
Oggi bisogna essere uniti in un soggetto politico che con la via elettorale aumenti il consenso a livelli di quelli catalano, basco e scozzese, ma va bene anche quello sudtirolese.
A partire dal 20% o meglio 30% tutto è possibile.
Oggi la fiamma accesa è la percentuale del PSdAz, partito guida di ogni crescita politica della Natzione sarda.
In lui come militanti e con lui come alleati il mondo natzionalista sardo di liberazione può fare forti passi in avan