Consapevolezza e responsabilità; le domande di Piergiorgio Pira

Conosco Piergiorgio Pira da poco tempo eppure con lui abbiamo subito scoperto una grande cosa in conune: ci piace l’azione. Io dico ai quattro venti che é finito il tempo dei libri e dei convegni, perché oggi oramai del sardismo e dei sogno del Lussu della prima ora, di Bellieni e di Simon Mossa sappiamo tutto, ma ciò che ancora rode nella vita dei sardi e proprio quello SLOGANISMO figlio di luoghi comuni che finisce per divenire freno all’azione, quello SLOGANISMO costruito in anni di sentito dire, già visto, dejavu, appunto, che finisce per rendere le cose immutabili. Si cade allora nella retorica trascurando gli elementi concreti che nel quotidiano possono concorrere a stendere quella che io ho definito la road map dell’indipendentismo sardo, che per diventare realtà deve uscire dallo SLOGANISMO fine a sé stesso per approdare invece alla fase delle proposte concrete, spendibili, credibili, perché ogni buon amministratore d’azienda o di ente pubblico sa che un obiettivo é tale se é possibile e misurabile.

La nostra proposta di una Carta de Logu noa di matrice federalista, che dovrebbe sostituire l’attuale superato e mai amato statuto della Sardegna, va proprio in questa direzione. Se una cosa non ci piace non possiamo limitarcu a criticarla, ma dobbiamo avere contezza di una proposta alternativa. In questo contesto le considerazioni di Piergiorgio Pira hanno lo stesso fine e ci dicono una volta per tutte che il vero indipendentismo non si misura con gli SLOGAN o opponendo alle vecchie e superate categorie nuovi insulsi dogmi, ma dalla consapevolezza che la scelta dell’autodeterminazione comporta una ulteriore assunzione di responsabilità senza la quale non saremo mai realmente in grado di promuovere realmente la libertà del popolo sardo. Ecxo di seguito gli interrogativi sollevati da Piergiorgio per costruire una nuova Sardegna.

Considerazioni sulla via dell’indipendenza, di Piergiorgio Pira.

E’ assodato che senza competenze non c’è crescita, individuale e collettiva e  aggiungo io, senza conoscenze appropriate , solo con il cuore e senza l’intelletto, l’indipendenza tanto agognata resterà un miraggio e un sogno irrealizzabile.

Più che di stanchezza  dell’indipendentismo sardo parlerei di incompetenza per quello che può essere definito come  l’indipendentismo  SLOGANISTA.

E  allora per uscire dagli slogan vorrei sapere un domani vicino o lontano come sarà governata la Sardegna indipendente?

Che tipo di fiscalità avremmo, manterremo l’attuale normativa sull’IVA con la miriade di adempimenti e le stesse aliquote? 

Per l’IRPEF continueremo con la progressività e le varie aliquote a scaglioni o sarebbe meglio una imposta proporzionale con una sola aliquota?

E l’IRAP  che fine farà?

L’imposta di successione. di cui ultimamente tanto si parla, resterà in vigore o verrà abolita seduta stante? Essendo il patrimonio del  de cuis formatosi con risparmio già sottoposto a tassazione, per me   sarebbe  immorale tenerla ancora in vigore.

L’imposta di bollo, le accise e balzelli vari  e dazi doganali che faremo?

In campo fiscale continueremo a barcamenarci  nei labirinti con  centinaia di articoli di leggi, circolari, risoluzioni e burocrazia  varia?

Nel sistema previdenziale e assistenziale dello Stato Sardo Indipendente  troveranno ancora posto l’INPS e L’INAIL?

Nel settore del credito permetteremo ancora al Banco di Sardegna  di esercitare il monopolio e assieme alle altre Banche , pagare tassi di interesse elevati e  drenare il risparmio dei Sardi e investirlo su altri lidi?

Non sarebbe meglio avere un sistema di banche di credito cooperativo con finalità mutualistiche?

Come pensiamo di organizzare la Sanità, la Scuola dall’infanzia all’Università,

la Giustizia, Polizia, Carabinieri,Guardia di Finanza  , ordine pubblico e Pubblica Amministrazione in generale.

Come verranno organizzati i trasporti interni e esterni, stradali, ferroviari aerei e marittimi.

Continueremo  a produrre e vendere  latte  di pecora a 80 centesimi a litro oppure ridimensioniamo gli allevamenti e produciamo cannabis o altro?

Turismo, commercio, servizi e attività professionali varie che fare? Per esempio sarà ancora necessario rivolgersi ad un Notaio per stipulare un atto di compravendita immobiliare?

L’ingente e talvolta abbandonato patrimonio archeologico, come verrà gestito?

Come sarà organizzato lo Sport, riusciremo ad allestire la Nazionale Sarda  di calcio e di altre discipline?

E dulcis in fundo sconfiggeremo anche la BUROCRAZIA?

Questi sono alcuni degli interrogativi a cui occorre dare risposta.

Per convincere i sardi  che l’Indipendenza conviene  dovremmo essere  capaci di rispondere adeguatamente . Per farlo occorre mettersi a studiare, tanto, tanto!

                                                                            Piergiorgio Pira

Nuoro  04 giugno 2021