Letteratura e civiltà della Sardegna, l’opera in due volumi di Francesco Casula

Ho chiesto allo storico, scrittore e linguista sardo Francesco Casula di illustrarci la sua bellissima opera sulla letteratura della Sardegna.

“La mia “Letteratura e civiltà della Sardegna” (2 volumi, Editori Grafica del Parteolla, Dolianova 2011-2013) è il frutto di un lavoro di dieci anni ed è rivolta soprattutto ai giovani e agli studenti.
Il primo volume tratta dell’attività letteraria in Sardegna dalla nascita della lingua sarda e dai primi docu¬menti per proseguire con gli Autori che formano le fondamenta della nostra letteratura: Antonio Cano, Sigismondo Arquer, Girolamo Araolla, Giovanni Matteo Garipa e Fra Antonio Maria da Esterzili durante il dominio catalano-aragonese e spagnolo; Efisio Pintor Sirigu, Francesco Ignazio Mannu, Diego Mele, Peppino Mereu e l’autore sconosciuto di Sa scomuniga de Predi Antiogu nel Settecento-Ottocento; Giambattista Tuveri, Antonio Gramsci e Emilio Lussu per un «nuo¬vo stato e un nuovo ordine sociale». Tra i romanzieri del 1900-2000 sonò, stati scelti Grazia Deledda, Salvatore Satta e Giuseppe Dessì. Per raccontare il banditismo e la società del malessere, ho indicato Antonio Pigliaru, Michelangelo Pira e Giuseppe Fiori.
Sebastiano Satta è l’autore in lingua italiana inserito nel capitolo sulla letteratura identitaria del 1900-2000 insieme a Salvatore Cambosu. Mentre tra gli autori in lingua sarda figurano il desulese Antioco Casula (Montanaru) e Pedru Mura di Isili.
Il secondo volume si apre con Benvenuto Lobina, Francesco Masala e Antonio Cossu per arrivare fino ai nostri giorni con scrittori e poeti sia in Italiano (da Antonio Cossu e Giulio Angioni a Efisio Cadoni, Sergio Atzeni e Flavio Soriga) che in Lingua sarda: fra questi ultimi ricordo il romanziere Gianfranco Pintore e i poeti Franco Carlini (Domusnovas), Giovanni Piga (nuorese), Maddalena Frau (ollolaese), Paola Alcioni (cagliaritana).
Nel volume è presente anche Nereide Rudas, Michele Columbu, Raimondo Manelli e Salvatore Niffoi.
Complessivamente, nei due volumi, agli Autori e ai testi in Sardo è dedicato uno spazio che supera il 50/% del totale.
Il criterio con cui sono stati scelti gli Autori è l’Identità sarda Ovvero una specifica e particolare sensibilità locale, ovvero “una appartenenza totale alla cultura sarda, separata e distinta da quella italiana” diversa dunque e irrimediabilmente altra, come scrive il critico sardo Giuseppe Marci.
In altre parole sono stati scelti gli Autori – per dirla con il gavoese Antonello Satta – che “sappiano andare per il mondo con pistoccu in bertula, perché proprio in questo andare per il mondo, mostrano le stimmate dei sardi e, quale che sia lo scenario delle loro opere, vedono la vita alla sarda”.