Nazionalismo degli Stati ed
Etnonazionalismo delle Nazioni senza Stato, di Francesco Casula

Ricevo dallo storico e linguista Francesco Casula e piú che volentieri pubblico con l’augurio che sia momento di riflessione per i sardi e per l’intera classe dirigente sarda.

Il nazionalismo degli Stati ottocenteschi, guerrafondai, bellicisti e imperialisti è sicuramente reazionario e regressivo.
Il nazionalismo – più opportunamente occorerebbe chiamarlo, l’etnonazionalismo – delle nazioni senza stato, lungi dall’essere regressivo e reazionario, si pone invece come strumento di civiltà: di liberazione ed emancipazione, personale e collettiva.Liberazione dall’oppressione operata dagli Stati ufficiali, dai nuovi leviatani statali, unitaristi e burocratici, accentrati centralisti e autoritari. Che hanno incorporato coattivamente i popoli e le nazioni senza stato, le minoranze nazionali, in Italia come in Europa e nel mondo. Sfruttandoli economicamente – attraverso il colonialismo interno e lo scambio ineguale – e culturalmente, proibendo, vietando e persino criminalizzando la loro storia,le loro lingue e tradizioni.
Bene. Stupisce a questo proposito che a criticare il nazionalismo – o meglio ripeto, l’entonazionalismo – delle nazioni senza stato in modo becero, si attardi qualcuno(e persino qualche gruppo) che dice di appartenere all’area indipendentista. E addirittura, vorrebbe farci la predica (e con quale spocchia!) impancandosi a maestro di “indipendentismo” e etichettandoci come “reazionari”. Come quel tale che, commentando una mia nota su “La nazione sarda nella storia”, pubblicata nel blog “Sardegnamondo”, ha scritto:” “Attardarci ancora con idee troppo facilmente trasformabili in feticci ideologici reazionari, come appunto il concetto di nazione, e insistere nel farne il nucleo fondativo di una rivendicazione democratica strategica mi pare se non altro una scelta rinunciataria, destinata a soccombere sotto i potenti flutti della storia, se non addirittura a produrre effetti opposti a quelli desiderati”.
O, peggio ancora, un altro che commentando sempre la mia stessa nota, delira, scrivendo: ”Rantoliamo nel buio ormai da anni per la mancanza di un progetto politico in grado di raccontare un nuovo futuro la Sardegna. Il linguaggio usato dai vari guru della Nazione Sarda è trito e ritrito. L’uomo si appresta alla conquista dello spazio e noi Sardi ancora a urlare Libertà!”.
Con tali soggetti (e gruppi) sarà impossibile non dico fare alleanze ma persino discutere e confrontarsi se non si libereranno dalle viete incrostazioni della sinistra statalista italica.