SHRDN e Sardegna nelle fonti egizie e libanesi, di Gigi Sanna

I SARDI ERANO I SHRDN CITATI E RAPPRESENTATI NELLE FONTI SCRITTE EGIZIE, LIBANESI E, SOPRATTUTTO, SARDE. PUNTO. IL RESTO NON E’ SCIENZA MA CHIACCHIERA, FANTASIA E PURA ELUCUBRAZIONE CONVEGNISTICA.

Articolo di Gigi Sanna

Abbiamo risposto, come sapete, all’assenza di contradditorio circa il recente convegno sulla identità dei SHRDN, con una presenza di contradditorio che non si basa su ipotesi cervellotiche e fantasie al limite del ridicolo. Più precisamente si è detto e scritto:
a) Che la voce SHRDN si trova scritta in vari documenti di Sardegna, unico luogo del Mediterraneo centrale ed occidentale a presentare il fenomeno
b) Che si è rinvenuto alla fine del Novecento in Pranu Antas di Allai un ciondolo con la dicitura in lingua semitica e scrittura ‘protocananaica’ ‘ Io sono il servo del toro della luce padre signore giudice ( cioè ‘shrdn)’. Si è rinvenuta cioè nel centro Sardegna una scritta dove uno scriba parla di se stesso precisando che egli è nel tempio di Antas un servitore ( nelle funzioni sacre) della divinità yhw. Queste due testimonianze sarebbero già più che sufficienti a far ritenere del tutto infondate e oziose le affermazioni circa la negazione ( o le forti perplessità) dell’equazione Sardi = SHRD. Ma abbiamo scritto che c’è un’altra bella prova, quella che io ritengo ‘regina’ , che si fonda su di un dato che sembra solo archeologico e che invece è anche e soprattutto epigrafico. Ho invitato di recente gli amici appassionati del ‘dipartimento’ e gli studiosi in genere ad osservare l’arciere di Monte ‘e Prama che mostra, in bella vista, la cosiddetta ‘piastra’ (Lilliu) funzionale alla difesa del ‘petto’ del guerriero. Detta piastra si presenta varie volte anche nella piccola statuaria in bronzo, ritenuta, sempre dal Lilliu e dall’archeologia in genere, come ‘pettorale’. E’ facile respingere questa interpretazione circa l’uso dell’oggetto per una semplice considerazione: quella presunta ‘piastra’ quadrata o subquadrata non si presenta, nella maggioranza dei casi, a protezione del petto ma semmai a protezione dello stomaco, tanto da imbarazzare il Lilliu che parla ora di ‘torso’ ora di ‘stomaco’. Talvolta la piastra è tanto strana e stramba che, chissà perchè, ricopre solo una assai piccola parte del petto. E’ il caso del bronzetto n. 32 della raccolta studiata nel suo noto libro sulle ‘Sculture della Sardegna nuragica’ ( p.155) .Facciamo parlare il Lilliu: ‘Quanto all’armatura si osserva il solito gruppo di elementi caratteristici degli arcieri: sul petto la placca quadrata cucita (!) alla pettorina trapezoidale di pelle che, sulle spalle, regge, ben scolpite e distinte, la spada, la faretra ed il vasellino cilindrico. La piastra è piccola, come in 20 -22, e, pendente com’è, in alto sul petto, sembra più un monile che un oggetto di difesa del corpo’. Lo studioso quasi colpisce nel segno, ma per centrarlo era ben lontano dal pensare che l’oggetto fosse più che un ‘monile’ un paramento ovvero uno degli oggetti che Yhwh ordina a Mose perchè vengano ‘indossati’ da Aaronne ovvero dal Gran Sacerdote. Detto oggetto, rigorosamente quadrato e di una certa misura, doveva essere sempre indossato e faceva parte degli altri ‘oggetti’ d’obbligo: l’Ephod, il manto dell’Ephod, il pettorale del giudizio, il turbante (la piastra della ‘santità). Circa il pettorale si ordina anche che all’interno di esso si collochino l’Urim e il Tummim, ovvero degli astragali (o altro di simile) per poter dare il ‘giudizio’ secondo la volontà di Yhwh. Il ‘giudizio’ si badi bene’, quello che lo rende ‘signore, capo, condottiero giudice’. Lo rende cioè il ‘vice’ del Dio. Ora, qualche giorno fa ho domandato di osservare bene il ‘pettorale’ dell’arciere (uno degli arcieri con pettorale) di Monte ‘e Prama. Si noterà che esso non è fissato (o ‘cucito’ ) in alcun modo ma è vistosamente sorretto da delle cordicelle in modo che esso, stando al di sopra della cintura dell’Ephod, non si distacchi da esso. Ci sarebbe tanto altro da dire e sul pettorale prescritto nel V.T. e sui vari pettorali della piccola e grande statuaria sarda della fine dell’età del bronzo e del ferro. A noi però qui interessa capire che quel pettorale è funzionale all’esito della sorte o al giudizio divino che è eccezionalmente affidato ad un uomo e non a un dio. Quindi niente ‘placche’, niente ‘lastre’ metalliche per difendersi dal nemico ma oggetti simbolici, ‘segni forti’ del potere dei ‘signori giudici’ ( i rappresentanti in terra della giustizia divina) cioè dei SHRDN. Credo che non occorrano molte spiegazioni per capire che la voce ‘SHRDN’ si trova in Sardegna o scritta con le consonanti fonetiche o, ancor più, scritta ideograficamente; così come è scritto l’atro simbolo o ‘segno forte’ più importante dei capi ‘guerrieri’ nuragici e cioè il pugnaletto nuragico; oggetto che guarda caso è ‘scritto’ anch’esso e collocato in bella vista sul petto. Chi erano dunque i SHRDN cari archeologi negazionisti a ‘pomposo’ quanto inutile convegno senza contradditorio benedetto dalla Sovrintendente?

In copertima la foto di un ‘Gigante’ o SHRDN di Monte ‘e Prama con il ‘pettorale’ del giudizio ‘appeso’ e sostenuto da delle cordicelle.