Quando nel 1937 mio nonno Gavino Guiso ricevette gli addebiti disciplinari del Partito Nazionale Fascista

In tempi nei quali tutti si riempiono la bocca di sentenze e sparano a zero su tutto e tutti senza avere il minimo rispetto pèr la parola democrazia, pensando solo che democrazia equivalga semplicemente ad aprire la bocca, purché sia, senza conoscere la storia, il diritto, le leggi e memmeno la storia della propria famiglia, sento ancora di più il dovere morale di studiare per comprendere come le verità non stanno mai da una parte sola e che spostarsi da una parte all’altra sul carro del vincitore sia da secoli lo sport preferito dagli italiani e purtroppo anche dai sardi. Del resto mi sono già speso per spiegare in altri miei interventi quanto gli italiani siano stati furbescamente e colpevolmente, e non solo e sempre perché obbligati dalle contingenze, vicini al fascismo almeno sino al 1941, salvo poi abbandonare la nave che affondava dall’anno successivo e dichiararsi tutti miracolosamente antifascisti dal 1943.

Da fervente nemico di ogni totalitarismo sono fiero di essere sempre stato un anticomunista convinto e nel contempo ho sempre affermato di essermi sempre sentito ben lontano dal fascismo e da ogni pensiero politico della cosiddetta destra nazionale, che poi, come spiegato dagli storici, aveva spesso radici proprio a sinistra, tanto che la destra ed il nazional socialismo sono spesso sinonimi ed hanno avuto genesi comune.

Mi sembra corretto premettere che i concetti/categorie Destra/Sinistra come anche comunismo e fascismo sono qui affrontati in termini storici e del passato. Nel presente gli eredi diretti di queste ideologie (cioè Fratelli d’Italia e il Partito Democratico) non hanno nulla a che spartire, tranne che per una insignificante minoranza che tenta ancora di difendere l’indifendibile.

Orbene, siccome buon sangue non mente, ho la soddisfazione di aver fatto molti passi avanti nella ricostruzione della storia della famiglia Guiso, un ramo, il mio, della più generale stirpe dei Guiso di Orosei con rami sparsi (per eminenti ed evidenti ragioni di controllo territoriale) principalmente tra, appunto, Orosei, originariamente Galtellì, Irgoli, Bitti e Dorgali, sino ad arrivare principalmente a Nuoro, per poi lambire altri comuni tra i quali, per quanto riguarda mio Nonno, Olzai; del resto affermo sempre che ricostruire la storia della propria famiglia spinga inevitabilmente ad una più marcata consapevolezza della storia della Sardegna, dell’Italia, del mondo.

Fu il mio trisavolo Don Francesco Gavino Nicolò Guiso Flore, nato ad ad Irgoli nel 1827 e morto a Nuoro, in via B. Congiu nel 1894, a trasferire la propria residenza ad Olzai per ottemperare al volere della famiglia e convolare a nozze con Donna Maddalea Melis. Don Francesco era figlio di Don Antonio Guiso Carboni di Orosei (1802-1858), nipote di Don Salvador Juan Francisco Guiso Satta Fois (nato a Bitti nel 1751) e pronipote di Don Emanuele Guiso Satta de Jua detto di Bitti (nato attorno al 1700), che mi zia indicava imparentati con le famiglie Guiso Gallisay e Flores d’Arcais

Mio nonno dunque, all’anagrafe Don Gavino Guiso Melis, scelse di rimanere ad Olzai e fu fervente sardista e, conseguentemente, manifestamente antifascista.

Ma non fu, il suo, un antifascismo di maniera, quali si incontrano facilmente oggi, di quelli per cui tutto ciò che non è come diciamo noi è automaticamente fascista per definizione, un po’ come succede per le accuse di nazismo agli Ucraini, che sono rerubricati come nazisti in Russia (qua ci sarebbe davvero da ridere se pensiamo che per la propaganda russa attualmente siamo tutti storicamente nazisti, salvo dimenticare che fu proprio il blocco dell’attuale NATO (USA, Francia e Gran Bretagna in testa, a fornire armi all’Unione Sovietica ed all’Europa, dal 1943 in avanti, per avere la meglio sul Nazismo); l’antifascismo di mio nonno Gavino era pertanto militante, giustificato e documentato da comportamenti che in un aula di tribunale si definirebbero concludenti.

Arrivando all’eccezionale documento di cui sono in grazie alla passione per la tradizione di famiglia della mia carissima Zia Giovannetta Guiso, sorella di mio Padre Umberto Guiso, potete consultare, nella foto in testa all’articolo, la copia fotostatica della lettera che nell’anno XV dell’era fascista, corrispondente all’anno 1937 del comune calendario., venne scritta dal Fascio di Olzai del Partito Nazionale Fascista, Federazione di Nuoro, dove, di pugno del segretario del Fascio, si può leggere quanto segue:

Le trascrivo la lettera inviata dal Federale:

  1. Benestante, si rifiutava di pagare il modesto contributo, fissato in lire 40, per tessera Anno XV°, mostrando così poca comprensione dei suoi doveri;
  2. Il medesimo ha disertato sempre i nostri ranghi, non prendendo parte alle adunate ed altre manifestazioni indette dai suoi superiori;
  3. Ha mancato di educazione e rispetto verso i suoi superiori; quali il segretario del Fascio e l’Ispettore Federale di Zona.

Infatti, mentre quest’ultimo gli chiedeva giutificazione all’assenza all’adunata del 23 marzo, rispondeva arrogantemente che era rimasto in casa per necessità personali e aggiungeva che preferiva rimanere a casa anziché in mischiarsi a quella canaglia.

Come detto verbalmente dovrà rispondere in modo difensivo ai sopra descritti addebiti. Le ricordo che il promemoria difensivo dovrà essere consegnato al più presto al segretario del Fascio di Olzai.

Il Segretario del Fascio.