Esercitazioni congiunte di Russia e NATO sino al 2021

Il Contrammiraglio Luigi Sinapi nell’anno 2004 scriveva nel periodico ufficiale della Difesa italiana dell’esercitazione navale congiunta Ioniex 283 tra la NATO e la RUSSIA nell’ambito di un percorso di avvicinamento tra i diversi blocchi politici ben spiegato dallo stesso ufficiale italiano. Questo intervento così netto mette a tacere ogni diceria circa il supposto espansionismo NATO, proprio per il ruolo che la RUSSIA ne avrebbe dovuto avere al suo interno. Leggere questo documento è estremanente istruttivo. Sembra di parlare di un altro mondo, un modo che tutti hanno desiderato, ma che evidentemente non stava bene al nuovo indiscusso capo del Kremlino.

La cooperazione navale è andata avanti sino all’anno 2012, appena due anni prima dell’annessione illegale della Crimea da parte della Russia, E se la Marina Militare Italliana e quella Russa, sotto l’egida NATO, promuoveva questo tipo di niziative, certamente non vi era da parte occidentale alcuna riserva mentale, ma anzi l’auspicio e la speranza che la RUSSIA divenisse nei fatti un pezzo importante dell’EUROPA politica, economica e militare per raccogliere le nuove sfide mondiali. E’ peraltro evidente che la condotta russa manifestamente aggressiva in politica estera, tesa alla conquista armata di ampi territori oltre i propri confini, territori dunque appartenenti ad altri stati sovrani (Cecenia, Giorgia e Ucraina su tutti) hanno minato ognii speranza di cooperazione.

Ma c’è di più. Andando a rovistare in altre fonti si scopre che le utime missioni congiunte si sono svolte addirittura nell’anno 2021, “cosa sicuramente singolare considerando la precedente pubblicazione di un rapporto NATO che già descriveva Mosca come “una potenza in declino”, ma “ancora pericolosa” per l’Alleanza”. E i fatti successivi, cioè l’aggressione armata dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. avrebbero purtroppo confermato questa visione delle cose. E dalla medesima fonte si capisce che già si iniziavano ad effettuare manovre ed esercitazioni militare di vicendevole avvertimento.

Di seguito riporto maggiori dettagli.

Gavino Guiso

I rapporti NATO-Russia nell’anno 2004
Dalla fine della guerra fredda, i rapporti tra NATO e Russia si sono mossi sulle rotaie di uno stesso binario
senza mai incontrarsi. L’avvenimento che ha segnato una vera e propria svolta nei rapporti tra l’Alleanza
Atlantica e la Russia è stato il Founding Act del 1997, che rappresenta l’inizio di una nuova era nella storia delle
relazioni internazionali NATO-Russia ed al quale va il merito di aver affermato che due dei maggiori attori
della scena mondiale non fossero più avversari.
A seguito dei tragici fatti del 11 settembre 2001, i rapporti tra NATO e Russia erano destinati ad evolvere.
Vi era la necessità e la volontà di entrambe le parti di addivenire ad una più stretta collaborazione nell’affrontare le nuove sfide del terzo millennio, quali la lotta al terrorismo internazionale e la proliferazione delle armi
di distruzione di massa. Nasce, infatti, a Pratica di Mare il 28 maggio 2002, il Consiglio NATO-Russia che sostituisce il NATO-Russia Permanent Joint Council stabilito dal Founding Act del 1997. Il nuovo Consiglio si propone di portare le relazioni tra i due soggetti internazionali ad un livello qualitativo più alto, attraverso un meccanismo ispirato alla consultazione, al consensus-building, alla cooperazione, alle decisioni ed alle azioni congiunte su un ampio spettro di problematiche legate alla sicurezza nella regione Euro-Atlantica.

Lo spirito ispiratoredel Consiglio NATO-Russia è il continuo confronto politico sui principali temi inerenti la sicurezza, nonché l’identificazione dei problemi emergenti e la determinazione degli approcci comuni ottimali da adottare a
seconda delle diverse situazioni da affrontare.
La cooperazione tra NATO e Russia si è concentrata prevalentemente sulle seguenti aree d’interesse:

  • lotta contro il terrorismo attraverso una più stretta cooperazione, un approccio a molteplici sfaccettature, focalizzato su specifiche minacce contro le forze russe e della NATO, contro gli aerei civili, o contro
    le infrastrutture;
  • gestione delle crisi mediante l’intensificazione di scambi regolari di vedute ed informazioni sulle operazioni di peacekeeping, promovendo l’interoperabilità tra i contingenti nazionali e le iniziative di addestramento coordinate e finalizzate ad un concetto di operazioni di peacekeeping congiunte NATO-Russia;
  • non proliferazione delle armi di distruzione di massa (WMD), basata sullo scambio di esperienze
    ed su dichiarazioni comuni e miranti ad intensificare la reciproca cooperazione nell’assicurare protezione dagli agenti nucleari, batteriologici e chimici;
  • controllo delle armi e misure di Confidence and Security-building in aderenza con il Trattato sulle
    Forze Armate in Europa (CFE) quale pietra miliare della sicurezza europea, ed attraverso le continue
    consultazioni tra esperti nucleari Russi e della NATO;
  • difesa da Missili di Teatro (TMD) attraverso consultazioni su concetti, terminologie, sistemi e capacità, nonché analisi e valutazione dei livelli di interoperabilità dei sistemi TMD in uso;
  • ricerca e soccorso in mare mediante l’implementazione di un documento congiunto NATO-Russia
    sulle procedure da impiegare e la più ampia trasparenza e cooperazione nell’ambito del soccorso della
    vita in mare;
  • riforma della difesa e cooperazione militare che prevede esercitazioni, test e dimostrazioni congiunte,
    mirate ad esplorare la possibilità di creare un centro d’addestramento integrato NATO-Russia per missioni volte ad affrontare le sfide del ventunesimo secolo;
  • emergenze civili da affrontare con l’attivazione di procedure comuni, basate sullo scambio di informazioni provenienti dall’esperienza derivante dai recenti disastri e dalle conseguenze dell’impiego di WMD;
  • nuove sfide e minacce che includono, oltre ai campi d’interesse summenzionati, anche il controllo dello
    spazio aereo civile ed il conseguimento di una consolidata cooperazione scientifica.

Tutte le aree di cooperazione appena enunciate dimostrano come, nel ventunesimo secolo, sia semplicemente impossibile garantire la sicurezza contro nuove minacce come il terrorismo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa o i conflitti regionali, senza la Russia. In un mondo sempre più globalizzato, c’è bisogno della più ampia collaborazione e cooperazione e i nuovi e sempre più saldi rapporti tra NATO e Russia hanno creato ciò che è mancato per secoli, cioè: “A strong security bridge between Russia and her partners in the West” (1). Nonostante ciò, le relazioni NATO-Russia hanno una valenza più politica che pratica e rappresentano il trampolino di lancio per un ritorno della Russia sulla scena internazionale, dopo anni di isolamento economico e politico. Infatti, con il suo arsenale nucleare, i suoi undici fusi, i suoi 150 milioni circa di abitanti ed i suoi confini che si estendono dal Caucaso attraverso l’Asia Centrale fino al lontano Oriente, la Russia rimane un elemento vitale per la sicurezza dell’intera comunità Euro-Atlantica…..

Luigi SInapi, Contrammiraglio già Capitano di Vascello

I rapporti NATO RUSSIA nel 2012

Fonte: Ministero della difesa. Pubblicazione dell’anno 2012.

“È giunta al termine l’esercitazione bilaterale aeronavale italo-russa IONIEX 2012, che si è svolta nel Mar Ionio. All’attività, giunta alla nona edizione, hanno partecipato le fregate “Zeffiro” e “Aviere” della Marina Militare italiana e il cacciatorpediniere “Smetlivy” e la nave di soccorso “MB-304” della Marina Militare russa . L’iniziativa, che ha preso il via il 5 novembre scorso, vede ogni anno la Marina italiana e quella russa addestrarsi con l’unico obiettivo di accrescere la cooperazione e l’interoperabilità dei rispettivi equipaggi in ambito marittimo. Gli equipaggi hanno svolto esercitazioni di Maritime Interdiction Operation, manovre cinematiche, esercitazioni di comunicazioni, operazioni di boarding, lotta anti-aerea e anti-sommergibile, operazioni di volo, attività di fuoco con piccoli e medi calibri imbarcati. Quest’anno, per la prima volta, è stata svolta inoltre un’esercitazione di contrasto alla pirateria, alla quale ha partecipato un’aliquota del Reggimento “San Marco” – imbarcata su Nave “Zeffiro” – che si è confrontata con i colleghi della Fanteria Navale della Flotta del Mar Nero imbarcati sul cacciatorpediniere “Smetlivy”.

I rapporti NATO RUSSIA nell’anno 2021

Francesco Ciotti 11 Dicembre 2020

Fonte: qui

La Flotta del Mar Nero, citata dall’agenzia Ria Novosti, ha annunciato che le navi della marina russa terranno esercitazioni a fianco di Paesi membri della Nato.
Le manovre congiunte “Aman 2021” si svolgeranno il prossimo febbraio nella regione marina di Karachi, a largo delle coste del Pakistan, e vedranno la partecipazione, oltre che delle forze russe (rappresentate da una fregata, un pattugliatore e un rimorchiatore di soccorso), della marina statunitense, britannica, cinese, giapponese, turca, filippina, malese e pachistana.
Si tratterebbe della prima esercitazione militare congiunta tra Nato e Russia dopo dieci anni: l’ultima era avvenuta nel 2011 a Bold Monarch, nella costa spagnola meridionale.
La notizia, a a dir poco singolare, è stata comunicata una settimana dopo la pubblicazione di un rapporto NATO che descrive Mosca come “una potenza in declino”, ma “ancora pericolosa” per l’Alleanza.
Ad accompagnare l’annuncio di esercitazioni congiunte inoltre, vi è la comunicazione da parte del ministro della Difesa Russo Sergej Šojgu, circa lo svolgimento di un addestramento delle forze nucleari strategiche. Nel comunicato ripreso dai media ha precisato che “sono state coinvolte le risorse delle componenti terrestri, marittime e aeree delle Forze nucleari strategiche della Russia” e “sono state elaborate azioni pratiche di calcolo dei lanciatori delle Forze missilistiche strategiche, dei vettori missilistici strategici dell’aviazione a lungo raggio delle Forze aerospaziali e dei sottomarini missilistici nucleari della Flotta del Nord”.
In particolare sono stati effettuati lanci di missili balistici a lungo raggio dal cosmodromo di Plesetsk, dal Mare di Barents, utilizzando velivoli Tu-160 e Tu-95MS.
I confini settentrionali della Russia hanno subito una pressione crescente da parte della coalizione occidentale: pochi mesi fa si è svolta Baltops 2020, l’imponente esercitazione militare della NATO nel Mar Baltico che ha visto coinvolte 28 unità navali, 28 velivoli, tremila militari e la partecipazione di 19 paesi, tra cui l’Italia.
Nel mese di agosto inoltre, il numero di intercettazioni di aerei militari stranieri è aumentato in modo significativo. Quasi ogni giorno le forze armate russe sono state costrette a far decollare caccia per “identificare” gli aerei da ricognizione stranieri, principalmente sul Mar Nero. L’ultimo caso è avvenuto ad ottobre, quando un caccia Russo Su-27 ha identificato un velivolo da pattugliamento P-3C Orion della Marina tedesca e un aereo da ricognizione U-2S dell’aviazione americana nelle acque del Mar Baltico.