Era federale il primo progetto di Statuto della Sardegna del 1946.

Foto di Luigi Oggiano, sardista

Mentre in Sicilia si arrivò all’approvazione di uno Statuto speciale ben prima dell’elezione dell’Assemblea Costituente attraverso un regime cosiddetto “pattizio” tra Repubblica Italiana e Regione Siciliana quale ente originariamente sovrano, la Commissione regionale deputata alla stesura dello Statuto Sardo, dopo aver preso atto della propria inadeguatezza in materia, il 25 agosto 1945 delegò i sardisti Francesco e Piero Soggiu (1) quali incaricati di elaborare il progetto di statuto autonomistico, sul quale di fatto lavorerà, su incarico interno del Partito Sardo, l’avvocato nuorese Gonario Pinna e di seguito Luigi Oggiano, uno dei leaders storici del Partito sardo. L’uno e l’altro progetto furono esaminati e discussi e quindi sintetizzati dalla direzione (Direttorio) regionale del Partito Sardo che lo approvò e lo pubblicò, il 10 gennaio 1946, sul proprio organo di stampa, «Il Solco».

Il progetto di statuto sardista, a base fortemente federale, prevedeva il riconoscimento costituzionale alla Sardegna della personalità giuridica, con larga potestà legislativa e piena competenza sul proprio demanio, sulla propria finanza e sui rapporti commerciali nazionali ed esteri, tra cui l’inapplicabilità delle tariffe doganali italiane alle importazioni sarde, la possibilità di imposizione di dazi fiscali come cespite di entrata per esigenze straordinarie di amministrazione e di giustizia sociale. Lo Statuto sardo, inoltre, aveva un carattere rigido in quanto non modificabile dallo Stato senza il consenso della Regione sarda.

Nel programma del Partito Sardo d’Azione era fondamentale che questo progetto fosse presentato alla Consulta regionale dall’Avvocato Pinna, ma il fatto che lo stesso Pinna fosse un esterno rispetto alla composizione della Consulta regionale e il timore delle altre forze politiche che questa iniziativa potesse avvantaggiare il Partito Sardo d’Azione nelle successive elezioni politiche, spinsero la stessa Consulta ad un atteggiamento fortemente dilatorio teso all’affossamento della proposta sardista. Lo stesso Alto Commissario (Pietro Pinna, Generale di squadra aerea) stigmatizzò il comportamento dei membri della consulta regionale comunisti, democristiani, liberali e socialisti, che si opposero a qualsiasi richiesta di esame da parte del Partito Sardo d’Azione, chiedendo, a scopo evidentemente ed esclusivamente dilatorio, materiale integrativo a sostegno della proposta di Statuto.

Intanto da lì a poche settimane fu pubblicato nel giornale democristiano “Corriere della Sardegna” un Nuovo Schema di progetto per l’autonomia della Sardegna predisposto dall’avvocato di Cagliari Venturino Castaldi, una proposta che rappresentava un grande passo indietro rispetto alla proposta decisa, avanzata e moderna del Partito Sardo d’Azione.

Vista la piega preoccupante delle vicende statutarie il 18 Aprile 1946 Emilio Lussu cercò di porre riparo proponendo l’estensione alla Sardegna del progetto di Statuto per la Sicilia, ma fu Sanna Randaccio ad opporsi e a far approvare alla Consulta un ordine del giorno secondo il quale nessuna proposta statutaria potesse essere presa al di fuori della Commissione.

Le vicende che seguirono furono tutte tese all’isolamento del Partito Sardo d’Azione ed al rafforzamento di una linea centralistica e anti federalista che produsse in seno all’Assemblea Costituente l’attuale Statuto Speciale della Regione autonoma della Sardegna, ritenuto unanimemente inadeguato a interpretare il desiderio e la necessità di autogoverno dei sardi.

Da diverso tempo, con l’insostituibile contributo di preziosi amici, mi occupo e preoccupo del futuro dell’isola nella quale vivo e lo strumento del federalismo mi appare sempre più come la soluzione ideale per dare corpo alle speranze della Sardegna. Che la Sardegna possa diventare uno Stato Federale non lo dico io, ma lo affermano da decenni storici, politici e giuristi. La storia del Partito Sardo d’Azione è sempre stata permeata da questo desiderio e da questa via, ad iniziare dal moderno federalismo di Emilio Lussu, ma di federalismo parlarono anche Camillo Bellieni, Antoni Simon Mossa (che pure all’inizio era su posizioni molto più separatiste) e Mario Melis.

Su un nuovo Statuto più aderente ai bisogni dei sardi si sono spesi energie e comitati di cui darò debitamente conto in altri miei interventi.

Chiudo proprio con una parte importante di un intervento di Mario Melis, ex Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, che sul federalismo affermava:

Abbiamo avvertito il tentativo di uccidere la Sardità….il tentativo di uccidere la nostra identità….la resistenza nasce dallo spirito di sopravvivenza, la resistenza esplode come fatto morale. La vecchia bandiera federalista trova mille mani, che la levano al cielo; ma il federalismo passa per vie obbligate. Il federalismo non si realizza se non tra eguali. E la via è l’indipendentismo….il nostro indipendentismo è funzionale costituendone base essenziale e irrinunciabile del federalismo: come posso mistificarlo con una forma larvata di separatismo che nel partito sardo non ha mai avuto nemmeno nelle sue più lontane origini, da Bellieni a Pilia, ai Lussu e i De Lisi e agli altri che hanno tracciato queste pagine gloriose di storia….rifiutiamo la subalternità. Questo sì. La subalternità che ci è stata imposta che non ci siamo ancora scrollati di dosso neppure con l’autonomismo, dimostrandosi inidoneo a risolvere i nostri problemi” (2)

L’autonomismo non ha dunque, per ammissione unanime, saputo dare risposte alla cosiddetta questione sarda, mentre il federalismo è stato colpevolmente apposto all’indipendentismo come fattore dividente e frenante. Oggi, anche alla luce di una più attenta lettura dello schema di Statuto sardo proposto dal Psd’Az nel 1946, possiamo finalmente rimuovere molti pregiudizi ideologici e riunire il popolo sardo attorno ad una moderna soluzione federalista. Fortza Paris!

Per consultare il testo della proposta di Statuto della Sardegna approvato dal Partito Sardo d’Azione il 10 Gennaio 1946 clicca sotto.

(1) La storiografia ufficiale si limita al nome di Piero Soggiu, ma Mario Carboni, storico ideologo del Psd’Az, ha colmato questa lacuna aggiungendo anche il nome di Francesco Soggiu.

(2) Mario Melis, Il Presidente dei Sardi, di Anthony Muroni

Riferimenti bibliografici essenziali

Italia 1943 – 1945 La costruzione dell’autonomia sarda – Giangiacomo Ortu* Il risveglio dell’autonomia

M. R. Cardia, La nascita della Regione autonoma della Sardegna (1943-1948), Franco Angeli, Milano 1992

Eadem, Le origini dello Statuto speciale per la Sardegna. I testi, i documenti, i dibattiti, 3 voll., Edes, Sassari 1995